Sedimentaria residenza artistica
‘L’insistenza dello sguardo (...) quando rimuove quel diaframma di cartoline, di immagini stereotipate che si frappongono tra noi e le cose, può mettere nella condizione d’incorporare un paesaggio, o cogliere una particolare intensità luminosa che rivela l’enigma dell’essere stesso delle cose e del loro reciproco rapportarsi nello spazio.’
Giorgio Messori (1992), Il pianeta sul tavolo in Atelier Morandi - Luigi Ghirri,Palomar/Contrejour, Bari
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Sedimentaria come la roccia formatasi per stratificazione di materiale litico; gestante primordiale di testimonianze fossili antichissime.
Sedimentaria come le calcari e le dolomie del promontorio del Gargano, emerse milioni di anni fa nella tettonica delle placche.
Sedimentaria come l’azione dell’uomo che si siede, si ferma, si stanzia; che abita un luogo.
SEDIMENTARIA è il progetto di ricerca risultato della collaborazione tra l’Associazione Collateral Maris di Vieste e il fotografo modenese Jacopo Valentini durante la sua residenza artistica nel mese di maggio. Il progetto nasce dalla necessità di restituire una visione comprensiva del territorio Viestano che si estende per quasi 170 km2 sulla penisola del Gargano e di avvalorarlo tutto nella sua pluralità.
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A partire dal noto Pizzomunno, elemento emblematico ritratto come monumento fino alla Foresta Umbra, Valentini si addentra nel territorio più nascosto e negletto, più disperso e dimenticato e pietra dopo pietra, paesaggio dentro paesaggio, opera una ricomposizione attraverso delle immagini sovraesposte, utilizzando un linguaggio chirurgico, da campionario, che pone tutti gli elementi sullo stesso piano d’importanza e restituendoci così una visione corale di questa estremità orientale del Gargano.
Le immagini raccontano una storia di sedimentazione geologica, nei ritratti della falesia e della costa con il monolite del Pizzomunno, la Punta delle Sirene e la Grotta dei Colombi; una storia di sedimentazione umana e della sua collaborazione con il paesaggio come accade per le cave di tufo tra Molinella e Porticello, la necropoli della Salata o i muretti a secco in località San Salvatore e ai piedi del bosco in località Torre di Sagro; della deriva di questa collaborazione come nel caso del cutino di San Luca, della piscina di uno dei campeggi dismessi e ancora nel ritratto del fico degli ottentotti e della recinzione a ridosso della costa.
L’indagine visiva si conclude con la sequenza diretta e seriale di uno scorcio del centro storico di Vieste al crepuscolo.
Unica presenza viva nel corpo iconografico è la vacca podolica che durante l’esplorazione del territorio si stagliava litica in una vegetazione rigogliosa per via di un maggio particolarmente piovoso.
Attraverso lo sguardo insistente di Jacopo Valentini ci auguriamo di cominciare un processo di recupero di ciò che abbiamo perso nel tempo per ‘protenderlo verso un più lungo avvenire’ scoprendo ‘sotto le pietre il segreto delle sorgenti’.
Jacopo Valentini (1990), fotografo, vive tra Modena e Milano. Nel 2017 consegue il Master in Architettura / Accademia di Architettura di Mendrisio e il Master in Photography / IUAV di Venezia. Le sue opere, esposte in Italia e all’estero, sono presenti in collezioni nazionali ed internazionali, sia pubbliche che private, tra cui: Regione Emilia Romagna - IBC, Regione Liguria - Forte Santa Tecla, Galleria Civica di Modena - FMAV, Palazzo Rasponi II, Fondazione Ragghianti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Collezione Farnesina (fase di acquisizione), MUFOCO - Città Metropolitana di Milano.